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Mica è
una Repubblica
Di nuovo l'Italia preunitaria
“Come si può fare,
del resto, una repubblica, senza repubblicani?”
Stendhal “La Certosa
di Parma”, capitolo XXIV.
Lo scontro fra il sindaco della Capitale ed il ministro degli Interni è degno
di un’Italia preunitaria, quando principotti e granduchi si guardavano in cagnesco, gelosi gli uni dei possedimenti degli altri.
Come sia possibile che il governo nazionale possa
accettare una situazione del genere sotto gli occhi dei riflettori si spiega
solo con la prossima crisi politica che travolgerà il governo il premier e la
sua maggioranza. Tutti costoro vivono una sorta di euforica incoscienza degna
nelle corti di regni prossimi al disastro e che è andata in scena a
Cernobbio. Il premier ed il ministro dell’Economia hanno completamente
ignorato il monito del governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi
e si sono abbandonati al più sfrenato ottimismo. Il ministro Padoan sembrava
addirittura diventato il ministro Saccomanni quando
tre anni fa diceva che la crisi era finita. A sentir Renzi la crisi non ci
deve essere nemmeno stata poiché gli italiani si
sono fatti una settimana in più di vacanza. Eppure Draghi
le vacanze se le è accorciate più consapevole della situazione
economica dell’eurozona dove l’Italia annaspai. Il sindaco Marino invece è
uno di quelli che si è allungato le vacanze. Appena tornato si è subito messo
a polemizzare con il ministro dell’Interno il quale ha steso un rapporto che
se il governo avesse preso sul serio avrebbe sciolto il comune di Roma per
mafia e consigliato al sindaco di restare ai caraibi. Quando la mafia a Roma
arriva a celebrare i funerali dei suoi capi a cielo aperto ed in maniera sfarzosa,
come non succede più nemmeno a Palermo, qualche problema ci dovrà pur essere.
Ma il governo vive in un atmosfera rarefatta, quella
del successo, se gli cade in testa un macigno, a palazzo Chigi dicono che
pesa come una piuma. Per questo assistiamo allo scontro fra il sindaco della
capitale ed un ministro dell'Interno appartenenti
alla stessa maggioranza e di converso la divergenza fra il ministro
dell’Economia ed il governatore della Bce. Quanto a Draghi e Padoani, ad un
certo momento occorrerà pure che confrontino i loro dati e comunque ci penserà la
Commissione europea che a breve si esprimerà sulla
Finanziaria, quella stessa Commissione che il premier ritiene sottoposta alle
botte di caldo. Fortuna che le temperature si abbassano. Marino ed Alfano
invece potranno continuare a menarsi fendenti. Dovrebbero collaborare per
quell’interesse pubblico comune sottoposto al loro mandato istituzionale? Che
sciocchezze. Questa non è mica una Repubblica.
Roma, 7 settembre 2015
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